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Cos’è la colposcopia?
Indice articolo
La colposcopia è un esame che permette una visualizzazione accurata della vulva, della vagina e di quella parte dell’utero, chiamata cervice uterina o collo dell’utero, che si affaccia sul fondo della vagina.
La colposcopia non è un esame volto alla prevenzione di primo livello, come il pap-test, ma è l’esame di secondo livello nella diagnosi precoce della neoplasia cervicale, costituisce un approfondimento richiesto dal ginecologo in presenza di un pap test anomalo o in presenza di lesioni sospette vaginali e vulvari; inoltre, la colposcopia è la guida alle terapie cervicali che mirino a conferire caratteri di normalità alla cervice uterina.
Qual’è l’accuratezza dell’esame e perché si prescrive?
La sensibilità dell’esame colposcopico è di circa il 90% e la sua specificità può arrivare all’85%. Il motivo più frequente per cui è prescritto è rappresentato da risultati anomali del pap test che mostrano delle alterazioni delle cellule esaminate che facciano sospettare una infezione da virus HPV, una lesione pre-tumorale o tumorale del collo dell’utero. Si tratta di un esame ambulatoriale di semplice esecuzione che non comporta rischi per la donna.
Per effettuare la colposcopia è consigliato:
- programmare la sua esecuzione a distanza di almeno qualche giorno dall’inizio e dalla fine del flusso mestruale (nella donna in menopausa può essere eseguita in qualsiasi momento)
- non avere rapporti sessuali e non usare tamponi vaginali, candelette, ovuli, lavande o altri farmaci vaginali nelle 24 ore precedenti l’esame
Come si svolge l’esame?
La colposcopia è un esame ambulatoriale che richiede in genere 20 minuti. Alla donna viene chiesto di sdraiarsi su un lettino con i piedi in appoggio, come durante una visita ginecologica. Il medico inserisce in vagina uno strumento, chiamato speculum, che permette di distenderne le pareti e di esaminare la vagina e il collo dell’utero. I passaggi imprescindibili dell’esame colposcopico sono tre:
- Si comincia con la detersione del collo dell’utero e della vagina con soluzione fisiologica
- Dopodichè si applica una soluzione a base di acido acetico al 3 o 5%
- Successicamente si applica una soluzione iodio-iodurata o di Lugol, tutto per ottenere l’identificazione di eventuali anomalie dei tessuti
Durante l’esame può essere avvertita una sensazione di bruciore o di formicolio, ma non di dolore.
Il colposcopio consiste in una sorta di grande lente di ingrandimento che viene avvicinata all’ingresso della vagina e utilizzata dal medico come un potente binocolo per osservare, attraverso l’obiettivo, la zona illuminata.
Come si interviene in caso di una zona sospetta?
Durante la colposcopia, se viene individuata una zona sospetta, è possibile effettuare un piccolo prelievo di tessuto (biopsia mirata) da inviare al laboratorio per ottenere un accertamento istologico il cui referto sarà pronto dopo circa 15 giorni.
La biopsia, sul collo dell’utero causa solo un leggero fastidio, al contrario, talvolta può essere lievemente dolorosa, soprattutto quando viene eseguita sulla porzione inferiore della vagina o della vulva: in questo caso il medico può utilizzare un anestetico locale.
Una volta concluso l’esame, la donna può riprendere la sua normale attività senza alcuna limitazione. Deve, tuttavia, essere informata che nei due giorni successivi potrebbe comparire qualche piccola perdita di sangue dalla vagina, similmente a quanto a volte accade dopo l’esecuzione del pap-test. In genere, il medico raccomanda di attendere la fine delle perdite prima di riprendere l’attività sessuale.
Quando si ottiene il risultato finale?
Al termine della colposcopia il medico è spesso in grado di comunicare subito il risultato dell’esame e prima di lasciare l’ambulatorio, consegnerà in forma scritta alla paziente il referto corredato da una documentazione iconografica, ovvero le immagini acquisite durante lo stesso esame.
Categoria articolo: Ginecologia
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