Ecografia Transvaginale

Ecografia transvaginale

Ginecologia

Ecografia Transvaginale

Cos’è l’ecografia transvaginale ?

L’ecografia transvaginale (detta anche ecotomografia) è un esame tecnico-diagnostico strumentale, svolto dal medico ginecologo per monitorare lo stato di salute degli organi genitali femminili. Non comporta alcun rischio o danno per la salute e, come vedremo, può essere di primo o di secondo livello.

A cosa serve e a chi è rivolto l’ecografia transvaginale?

Tale esame è svolto solitamente durante la visita ginecologica: può trattarsi di visita di routine, di visita in stato di gravidanza, o di una indagine necessaria sugli organi dell’apparato riproduttivo nei casi in cui si accusino particolari fastidi o si presentino specifiche problematiche.

Visita di routine

Durante la visita ginecologica di routine, consigliata a scadenza semestrale, lo specialista ginecologo normalmente si avvale anche del supporto ecografico dell’ecografia interna mappando gli organi in esame dell’ apparato riproduttivo femminile della paziente. In questo modo riuscirà a restituire una diagnosi completa e puntuale alla paziente, potendo appurare che non vi siano quadri clinici problematici da rilevare tra una visita di controllo e l’altra.

Visita pre e post operatoria a Roma

Anche per quanto concerne le visite che avvengono prima e dopo un intervento ginecologico di tipo chirurgico, l’ecografia transvaginale si rivela particolarmente utile poichè consente allo specialista di controllare sia che vi siano le precondizioni per sottoporsi all’intervento stesso, sia che, successivamente ad una operazione, le condizioni della paziente si siano ristabilite o stiano rientrando come dovrebbero.

Donna in gravidanza

Nelle donne in stato in gravidanza l’ecografia consente di visualizzare tutte le caratteristiche fetali e placentari all’interno dell’utero nonché addirittura la translucenza nucale del feto utile ad individuare casi particolari quali la trisomia 21 anche detta sindrome di Down. Già dopo il primo mese, infatti, si potranno già ottenere alcune immagini del feto in 3D e sarà possibile stabilire la data ipotetica del parto, oltre che notare eventuali gravidanze extrauterine o gemellari. Le successive ecografie in gravidanza vengono eseguite per controllare lo stato di salute dell’embrione (flussimetria, translucenza nucale, ecografia morfologica che sono ecografie specifiche della diagnosi prenatale), lo sviluppo del bambino e la quantità di liquido amniotico.

Grazie alla transvaginale è possibile monitorare in maniera visibile la crescita del feto e nel contempo controllare gli organi interni della gestante. Di particolare importanza sarà effettuare la cervicometria, ossia la misurazione della lunghezza del collo dell’utero e il controllo di eventuali perdite ematiche così da scongiurare eventuali rischi di aborto.
Essendo un esame non invasivo, è l’esame principale svolto per tutto il corso della gestazione durante le visite e consentirà al medico ginecologo di stabilire al meglio lo stato di salute di mamma e bambino.

Visita post parto a Roma

Il medico ginecologo, durante la visita post-parto, controllerà le condizioni generali della neo-mamma: nel caso vi siano state lacerazioni durante il parto o si sia effettuata una episiotomia, per il controllo dei punti e anche in caso di cesareo verrà controllata la cicatrice addominale. Il supporto dell’eco transvaginale in questa occasione consentirà di esaminare al meglio utero ed ovaie controllando che le dimensioni degli organi stiano ritornando come prima della gravidanza.

Particolari fastidi o specifiche problematiche

Nei casi in cui la paziente riferirà al medico specialista di accusare particolari disturbi ginecologici, l’ecografia vaginale sarà di fondamentale supporto per sviscerare la natura del problema. Come sappiamo, infatti, gli stessi sintomi possono essere la conseguenza di cause differenti che stanno all’origine della problematica.
Prendendo in esame tutti gli organi dell’apparato femminile ossia il collo dell’utero, l’utero, le salpingi (tube di falloppio) e le ovaie, tale esame verrà sicuramente effettuato per la diagnosi di patologie più o meno gravi come:

  • sanguinamenti anomali
  • infezioni vaginali
  • amenorrea e dismenorrea
  • cisti ovariche
  • dolori pelvici o addominali
  • ingrossamenti della parete dell’utero
  • endometriosi
  • tumori
  • infertilità

Quando fare l’ ecografia transvaginale?

Una delle domande frequenti è: in che periodo del ciclo fare l’ ecografia transvaginale?
Sicuramente il momento ideale per svolgere un’ eco transvaginale è subito dopo che il ciclo può dirsi terminato e prima che inizi la nuova ovulazione.
Questa indicazione standard, quindi, prevede la diagnosi ecografica tra il 5° ed il 7° giorno di ciclo mestruale.
Sarà comunque il ginecologo a valutare caso per caso dal momento che ciascuna paziente ha caratteristiche diverse anche in termini di tipo e durata della mestruazione.

Come prepararsi per l’ eco transvaginale?

L’ ecografia interna non prevede alcuna preparazione specifica. Non occorrerà, come nel caso dell’ecografia pelvica, riempire la vescica di acqua.

Come si svolge l’ecografia transvaginale?

L’esame viene eseguito nel seguente modo: la sonda del macchinario, dove viene spalmato del gel a base d’acqua, è inserita in vagina dallo specialista ginecologo.
La visualizzazione degli organi sarà resa possibile dai riflessi degli ultrasuoni emessi: ogni tessuto, di ciascun organo interno, restituirà una immagine differente. Un computer rimanderà le immagini sul monitor dopo averli così registrati riproducendo i dettagli che sarà utile osservare. Per svolgere una ecografia interna la paziente dovrà svestire la parte del corpo dalla vita in giù, e non dovrà che assumere la medesima posizione tipica di una visita ginecologica, ossia dovrà sdraiarsi supina sul lettino in posizione ginecologica e rilassarsi.

Una sonda rivestita da una pellicola ricoperta di gel viene introdotta nella vagina, e qui emette ultrasuoni che sono riflessi in modo differente dai tipi di tessuti circostanti. I segnali emessi …

Quali sono i vantaggi dell’ecografia transvaginale?

L’ecografia transvaginale è un esame del tutto indolore e non comporta alcun tipo di rischio per la paziente. Può dare informazioni dettagliate con una relativa rapidità (dura dai 10 ai 15 minuti).

Si può svolgere in qualsiasi momento della giornata e non richiede una preparazione specifica che, nel caso della ecografia transaddominale, coincide con la necessità di bere 1 litro d’acqua prima dell’esame.

Data la possibilità di avvicinare maggiormente la sonda alla regione che occorre esaminare, e vista la mancanza degli organi e dei tessuti incontrati nella via transaddominale, come lo strato adiposo, l’approccio interno-transvaginale permette di ricavare immagini più precise e dettagliate dallo studio anatomico della regione.

Grazie alle frequenze di insonazione più elevate, l’ecografia transvaginale permette, inoltre, di ottenere dettagli anatomici dell’utero, delle ovaie e dell’endometrio che non possono essere riprodotte con la ecografia transaddominale.

Lo specialista può valutare, in alcuni casi, di utilizzare entrambe le tecniche diagnostiche (ecografia transvaginale ed ecografia pelvica transaddominale) per ottenere una diagnosi d’insieme completa sullo stato di salute degli organi pelvici.

A differenza dell’ecografia transaddominale, però, l’eco transvaginale non è praticabile nei casi in cui la paziente non ha avuto dei rapporti intimi.
Come anticipato all’inizio, l’ecografia transvaginale può essere di primo o di secondo livello:

  • L’ecografia ginecologica di primo livello, come abbiamo visto, viene svolta di routine durante la visita ginecologica e ostetrica di controllo, in gravidanza, o in caso di particolari situazioni cliniche e patologie.
  • L’ecografia interna di secondo livello può essere, in alcuni casi, necessaria e richiesta dallo specialista laddove quest’ultimo ritenga di necessitare di informazioni più precise e mirate.

In particolare, se la diagnosi conduce al sospetto di una patologia e quindi si dovranno condurre controlli più accurati su parametri ben specifici (flussi ematici vascolari, segnali color e/o power doppler, misurazioni approfondite di specifici particolari negli organi genitali interni esaminati) spesso in associazione alla valutazione di determinati valori ematochimici – come ad esempio il dosaggio dei marcatori tumorali.

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