
Ginecologia
Pap test
- Cos’è il Pap test?
- A cosa serve fare il PAP test?
- Il PAP test fa male?
- Cosa rivela il PAP test?
- PAP test classico o THIN prep: quali differenze?
- Quali sono i tempi di attesa di un pap-test?
- Ogni quanto fare il PAP test?
- PAP test: quando farlo?
- PAP test in gravidanza
- Cosa succede se il pap test risulta positivo?
- PAP test e HPV
- PAP test e colposcopia
Cos’è il Pap test?
Il Pap test è un test di screening effettuato dal medico ginecologo mediante l’utilizzo di un tampone specifico e di uno speculum e consiste nel prelievo di cellule della cervice uterina dal tessuto di rivestimento della cervice stessa.
E’ un esame svolto a scopo preventivo che viene comunemente abbinato alla visita ginecologica.
Si stima che circa 2/3 dei casi di tumore al collo dell’utero vengano risolti grazie all’utilizzo del Pap-test.
Il nome deriva dal suo inventore, Papanicolaou che scoprì già nei primi anni 20 di poter diagnosticare il tumore del collo dell’utero mediante l’analisi delle cellule della cervice uterina.
Circa 20 anni dopo (inizialmente lo studio non ebbe alcun credito) venne pubblicata la sua ricerca scientifica.
A cosa serve fare il PAP test?
Il PAP test consente di individuare in modo veloce, mediante il prelievo di alcune cellule del collo dell’utero, eventuali lesioni che possono rivelarsi di natura pre-cancerosa. Grazie al pap test è possibile individuare precocemente e intervenire curando eventuali lesioni prima che degenerino in forme pre cancerose o cancerose.
Inoltre, tale esame di screening potrà rivelare la presenza o meno del papilloma virus (HPV).
Il PAP test fa male?
Il test di per sé non è doloroso e dura poco. Sta anche all’abilità del medico ginecologo di rendere più o meno fastidioso il prelievo.
Cosa rivela il PAP test?
Oltre alla presenza di eventuali lesioni alla cervice uterina, il pap test rivela informazioni utili dal punto di vista endocrino: le cellule indagate e la loro maturazione, infatti, è correlata agli ormoni.
Anche problemi infiammatori, virali o micotici comuni quali la candida possono essere diagnosticati grazie all’esame citologico.
PAP test classico o THIN prep: quali differenze?
Il pap test tradizionale prevede la raccolta delle cellule da esaminare su di un vetrino: mediante l’utilizzo di una spatolina avviene il prelievo e il vetrino stesso verrà consegnato per l’esame citologico. Sul vetrino verrà applicato uno spray che andrà a fissare lì il materiale prelevato. Il laboratorio utilizzerà un sistema di colorazione utile a distinguere il più possibile le cellule e le analizzerà con un sistema computerizzato.
Il thin Prep, detto anche Pap-test in fase liquida, prevede l’utilizzo, appunto, di un contenitore con all’interno liquido. Qui verrà inserito il materiale prelevato dal collo dell’utero della paziente.
Grazie a questa tecnica le cellule risulteranno, in laboratorio, meglio visibili perché non sovrapposte tra loro. Il laboratorio, una volta ricevuto il materiale prelevato all’interno del boccettino, separerà facilmente, grazie ad un macchinario apposito, le cellule da altro materiale.
Questo rappresenta un grande vantaggio ai fini di una migliore analisi dei risultati, favorendo una maggiore accuratezza dei risultati.
In più, le cellule non prese in esame, potranno comunque restare disponibili al laboratorio nel loro liquido di conservazione.
Quali sono i tempi di attesa di un pap-test?
Generalmente, i laboratori che analizzano in laboratorio le cellule prelevate per svolgere un pap test hanno necessità di circa tre settimane per poi restituire il referto sull’esito dell’esame.
Ogni quanto fare il PAP test?
La frequenza con la quale svolgere il pap test si correla all’attività sessuale della singola paziente.
Generalmente l’esame si raccomanda almeno a distanza di due anni dal primo rapporto sessuale.
Si consiglia di svolgere il PAP test ogni due anni qualora il medico ginecologo non abbia mai evidenziato fattori di rischio per la paziente, e non ha mai riscontrato positività all’HPV test.
In caso di fattori di rischio il ginecologo consiglierà di eseguire il test almeno con cadenza annuale.
PAP test: quando farlo?
Si consiglia di non avere rapporti nei tre giorni precedenti allo svolgimento del pap test. Questo perché la presenza di liquido seminale residuo potrebbe rendere meno leggibile i risultati del test.
Sempre per il medesimo motivo si sconsiglia anche l’utilizzo di ovuli vaginali, mentre i contraccettivi non comporteranno alcuna interferenza con l’esame.
Il momento ideale in cui effettuare il test è in periodo perovulatorio, quando ci sarà più disponibilità di cellule da prelevare, mentre non sarà chiaramente possibile per lo specialista eseguire il test se le mestruazioni della paziente sono ancora in corso.
PAP test in gravidanza
Dopo i primi tre mesi di gestazione, anche le donne in gravidanza possono eseguire il pap test presso il loro ginecologo di fiducia.
L’esame non comporta alcun rischio per mamma e bambino.
Cosa succede se il pap test risulta positivo?
Cosa vuol dire essere risultata positiva al papilloma virus e cosa fare se il pap test da esito positivo?
Il medico ginecologo potrà esaminare e refertare i risultati del pap test dopo circa tre settimane dal suo prelievo.
Un pap test negativo significherà che non vi è alcuna lesione al collo dell’utero.
Se, invece, il pap-test sarà positivo, sarà sempre il medico ad elaborare una diagnosi a seconda dei risultati riportati dall’esame di laboratorio.
In alcuni casi prescriverà l’esecuzione del pap-test a distanza più ravvicinata.
In altri casi verrà raccomandata l’esecuzione di esami utili per un maggiore approfondimento, come l’HPV Test, la colposcopia e la biopsia.
PAP test e HPV
Così come per eseguire il Pap test, anche per la specifica diagnosi del Papilloma Virus il medico ginecologo provvederà a prelevare una porzione di cellule del collo dell’utero della paziente.
Tuttavia, l’HPV test consente sia di rilevare con maggiore probabilità le infezioni da Papilloma virus rispetto al Pap-test, sia di indagare se il paziente è a rischio di sviluppare un carcinoma. Sarà sempre lo specialista ad orientare la paziente circa l’opportunità o meno dell’uno o dell’altro test diagnostico.
Anche l’età della paziente è un fattore da tenere in considerazione: l’HPV test difficilmente viene prescritto prima dei 30 anni di età mentre dopo i 35 anni può, sempre secondo indicazione dello specialista, sostituirsi al pap-test e dovrà svolgersi ogni 5 anni.
PAP test e colposcopia
In alcuni casi il ginecologo consiglierà alla sua paziente di effettuare, dopo la valutazione dei risultati del Pap test, una colposcopia volta ad indagare meglio eventuali lesioni emerse nell’analisi delle cellule del collo dell’utero. Alla colposcopia può talvolta seguire un successivo e ulteriore approfondimento diagnostico mediante biopsia utile ad indagare a fondo le lesioni presenti nel collo dell’utero