
Fisioterapia
Riabilitazione del pavimento pelvico
Quando è utile e come si esegue
La riabilitazione del pavimento pelvico è una branca della fisioterapia che si occupa del trattamento delle disfunzioni del perineo, un complesso sistema muscolare che si trova nel basso ventre. Sono più di 11 milioni le persone (uomini, donne e bambini) che soffrono di un problema del pavimento pelvico, il quale può comportare dolori e disagi ma, per fortuna, i vari disturbi che possono insorgere possono anche essere risolti con grande successo.
A cosa serve la riabilitazione del pavimento pelvico?
La riabilitazione del pavimento pelvico è utile in diversi casi e, in particolare, si rivela efficace nel trattamento di:
- incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza o mista;
- incontinenza fecale;
- prolassi di vescica, utero, retto;
- dispareunia o dolore sessuale;
- disfunzioni sessuali (come disfunzione erettile ed eiaculazione precoce);
- dolore pelvico e lombare cronico.
Inoltre, una terapia di questo tipo gioca un ruolo fondamentale nei seguenti casi:
- pre e post partum, per via delle modifiche che la gravidanza apporta al corpo femminile;
- prima e dopo interventi chirurgici a prostata, vescica, uretra e utero a scopo sia curativo, che preventivo.
Il trattamento del pavimento pelvico, infatti, può essere attuato sia all’insorgere di un problema, sia a monte proprio per scongiurare un prolasso o una disfunzione a lungo termine. Tra gli obiettivi principali rientrano:
- contribuire al buon funzionamento degli sfinteri anale e uretrale, cioè i muscoli che permettono la continenza quando sono contratti e lo svuotamento quando si rilassano;
- normalizzare il tono muscolare del perineo;
- ripristinare la coordinazione e la sinergia dei muscoli addominali e perineali;
- valutare e, se necessario, correggere la dinamica respiratoria;
- suggerire una corretta strategia comportamentale per la minzione;
- consigliare un adeguato apporto di liquidi e alimenti, in modo che facilitino lo svuotamento di intestino e vescica;
- educare all’utilizzo di eventuali ausili terapeutici.
In cosa consiste la prima visita?
Il primo incontro con il terapeuta consiste principalmente in un colloquio: il paziente racconta il suo problema, quando è iniziato, come si è evoluto e tutti i sintomi riscontrati. Deve anche portare con sé e mostrare tutti i referti di eventuali esami strumentali e di laboratorio, diagnosi e terapie precedenti. Il terapeuta pone, solitamente, delle domande inerenti la funzione intestinale, urinaria e sessuale, come si sono svolti gravidanza e parto, se si è stati sottoposti a interventi chirurgici e se si stiano assumendo farmaci.
Terminato questo primo colloquio informativo, si passa all’esame obiettivo, che consente al terapeuta di valutare:
- postura;
- allineamento delle pelvi;
- modalità di respirazione;
- arco di movimento di arti inferiori, pelvi, schiena e torace;
- presenza di trigger points (punti muscolari dolorosi);
- aspetto dei genitali esterni;
- sensibilità e riflessi dell’area perineale.
Il controllo dei muscoli del pavimento pelvico avviene tramite l’esplorazione digitale di retto e vagina; introducendo un dito, il terapeuta palpa il muscolo e può rilevare la presenza di:
- ipertono (contratture, spasmi, punti dolorosi);
- ipotono (debolezza).
Al contempo, è possibile valutare sia la forza e la resistenza alla fatica di questi muscoli, sia la capacità del paziente di saperli attivare e rilassare nel modo corretto.
Avendo tutte le informazioni necessarie, il terapeuta può finalmente sviluppare un programma riabilitativo adeguato: stabilisce gli obiettivi da raggiungere con la riabilitazione e le varie proposte di trattamento (solitamente sono la chinesiterapia, il biofeedback e l’elettrostimolazione).
Inoltre, alla fine della prima visita, al paziente vengono fornite alcune indicazioni su come correggere eventuali cattive abitudini (come trattenere a lungo la pipì o le feci, oppure bere di più) e si fissa la data di un nuovo incontro per iniziare la riabilitazione vera e propria.
Come si svolge una seduta di riabilitazione del pavimento pelvico?
Ogni seduta si svolge in ambienti adeguati, per garantire privacy e comfort al paziente. La riabilitazione si basa sull’utilizzo di svariate tecniche, scelte in base ai sintomi e al disturbo preso in esame tra:
Terapia manuale
La terapia manuale comprende una serie di tecniche fisioterapiche che, per essere eseguite correttamente, richiedono massima attenzione e ottima collaborazione tra terapeuta e paziente. La fisioterapia perineale si suddivide in 4 fasi:
- presa di coscienza del perineo, che consente di imparare a “sentirlo” e a comprenderne la funzione;
- eliminazione degli schemi errati di attivazione muscolare;
- rinforzo o rilasciamento dei muscoli perineali in base al problema in atto;
- corretto utilizzo dei muscoli perineali nella vita quotidiana attraverso la respirazione, il movimento e la postura.
Per fare questo, il terapista mette in atto degli stimoli tattili che guidano il paziente e facilitano il rinforzo e il reclutamento muscolare, oltre che le manovre di allungamento e rilasciamento sia muscolare, che fasciale.
Dato che anche la postura è molto importante per consentire al perineo di lavorare correttamente, il terapista ricorre solitamente a mobilizzazioni articolari, attivazioni muscolari coordinate e respirazione corretta.
Biofeedback elettromiografico
Il biofeedback elettromiografico è una tecnica di terapia fisica strumentale che, attraverso sondini endocavitari dotati di elettrodi, permette di registrare l’attivazione muscolare volontaria e di misurarne l’intensità e la durata. Il segnale, dopo essere stato registrato, viene trasformato in uno stimolo visivo e uditivo da un apposito elaboratore, in modo da dare un feedback al paziente e renderlo consapevole dei suoi muscoli pelvici e della loro funzionalità.
Stimolazione elettrica funzionale FES
La stimolazione elettrica funzionale FES consiste in una terapia fisica strumentale basata su appositi sondini vaginali o anali e/o elettrodi superficiali che stimolano la muscolatura a contrarsi tramite impulsi elettrici. La sua esecuzione è sconsigliata quando bisogna trattare una muscolatura eccessivamente contratta o in presenza di un dolore pelvico cronico.
Terapia comportamentale
La terapia comportamentale si basa sulla presa di coscienza e consapevolezza di come funzioni il perineo, della gestione dei corretti ritmi di contenzione e svuotamento (grazie al “bladder training” o allenamento vescicale) e dell’adeguata attivazione dei muscoli del pavimento pelvico durante la quotidianità. Le strategie che il fisioterapista può insegnare al paziente sono tante, l’importante è che quest’ultimo impari a eseguirle correttamente e sia motivato a farlo.
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