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Nutrizione
Valutazione composizione corporea e stato nutrizionale
Come si esegue e a chi si rivolge
Lo stato di nutrizione di un soggetto è strettamente collegato al suo stato di salute; quando si esegue una visita nutrizionale, quindi, il nutrizionista approfondisce più aspetti e rileva più dati (anche diversi tra loro) in modo da avere un quadro più chiaro e completo della reale condizione clinica del paziente.
In particolare, il nutrizionista si focalizza sulla misurazione della composizione corporea.
Come si misura la composizione corporea
La composizione corporea di un paziente può essere misurata applicando diverse tecniche, ciascuna basata su dispositivi e tecnologie differenti. Generalmente, le tecniche più utilizzate sono l’antropometria, la plicometria e la bioimpedenziometria.
Misurare la composizione corporea con l’antropometria
Il primo metodo che consente di valutare la composizione corporea è l’antropometria, che misura il peso e l’altezza del paziente tramite, rispettivamente, una bilancia e uno stadiometro. Ottenuti i due parametri, il nutrizionista può calcolare l’indice di massa corporea, cioè il BMI (Body Mass Index).
Il BMI consente di valutare rapidamente il paziente, categorizzarlo (sottopeso, normopeso, sovrappeso, obeso) e predire mortalità e morbilità. Questo però non basta, perché non è in grado di individuare massa grassa (FM) e massa magra (FFM) e, oltretutto, non rilevano la distribuzione del grasso nel corpo.
Per calcolare tutto questo, il nutrizionista si avvale di altri parametri quali la circonferenza vita (WC) per l’adiposità viscerale e la circonferenza fianchi che, rapportando vita/fianchi, permette di predire eventuali patologie associate all’obesità (come sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione e tanto altro).
Infine, tra gli indici di adiposità periferica, la circonferenza degli arti viene ampiamente impiegata per valutare il rischio di malnutrizione per difetto.
Misurare la composizione corporea con la plicometria
La plicometria rientra tra i metodi antropometrici della misurazione corporea e consiste in una tecnica semplice, accurata e non invasiva. Si basa sull’utilizzo di un dispositivo correttamente tarato da parte di un operatore appositamente formato, in possesso di ottime doti manuali, con l’obiettivo di misurare il pannicolo adiposo sottocutaneo in determinati punti del corpo.
Il livello di correlazione tra il grasso sottocutaneo e quello totale del corpo varia in base alle caratteristiche morfologiche dei singoli individui, mentre la capacità di compressione della cute e del tessuto adiposo è correlata all’età del paziente e al suo grado di idratazione.
La plicometria è un metodo molto accurato, che garantisce una valutazione affidabile della composizione corporea con scarso margine di errore in soggetti fino ai 65 anni di età.
Come si esegue la plicometria
La rilevazione dei dati con la plicometria avviene con la misurazione dello spessore delle pliche in diverse zone del corpo tramite uno speciale calibro, le cui due estremità esercitano una pressione standard e costante, di nome plicometro.
La plica non è altro che lo spessore di una piega della cute e del suo pannicolo adiposo sottocutaneo; si posizionano pollice e indice, si stringono e si solleva la plica in modo perpendicolare. Ovviamente la distanza tra le dita dipende dallo spessore dello strato adiposo sottocutaneo.
Dopodiché, si posiziona il calibro leggermente in profondità e si mantiene la posizione delle dita finché la misurazione non viene completata (ci vogliono circa 2-4 secondi).
I dati rilevati vengono inviati in laboratorio ed elaborati tramite appositi software e grazie ai risultati ottenuti l’operatore può stimare la percentuale di grasso corporeo e la componente magra.
Vantaggi e svantaggi della plicometria
La plicometria è una tecnica di misurazione della composizione corporea poco invasiva che, oltre a valutare la massa grassa del paziente, è in grado di fornire indicazioni precise sulla distribuzione del grasso corporeo. Inoltre è poco costosa, dato che il plicometro è uno strumento relativamente economico.
D’altra parte, per essere utilizzato correttamente, il plicometro richiede ottima manualità da parte dell’operatore, quindi la sua professionalità incide notevolmente sull’esito dell’esame. É importante, poi, tenere ben presente che la plicometria non è adatta ai soggetti obesi, agli over 65 e a coloro che (purtroppo) hanno il pannicolo adiposo sottocutaneo attaccato al tessuto muscolare (non è possibile, infatti, “afferrare” la plica).
Misurare la composizione corporea con la bioimpedenziometria
Un altro metodo per la misurazione della composizione corporea non invasivo è la bioimpedenziometria, che si basa proprio sulla bioimpedenza, cioè la resistenza che l’organismo attua di fronte a una corrente alternata a frequenze fisse.
Per capire meglio: il corpo umano è composto per circa il 60% di acqua, che è un ottimo conduttore; il grasso corporeo, invece, essendo un pessimo conduttore, oppone una resistenza maggiore al passaggio della corrente. Di conseguenza, più è alta la quantità grassa e maggiore si rivela la bioimpedenza opposta dall’organismo.
In poche parole, la misurazione della bioimpedenza fornisce informazioni utili sulla percentuale di massa magra e massa grassa e sui livelli di acqua nell’organismo, permettendo pure una distinzione tra acqua intracellulare e acqua extracellulare.
Come si esegue la bioimpedenziometria
La bioimpedenza può essere calcolata utilizzando strumenti diversi, che possono essere tanto affidabili quanto approssimativi. Per ottenere risultati attendibili è quindi necessario affidarsi ad apparecchiature professionali, molto costose e dotate di 4 elettrodi da applicare su mani e piedi.
Inutile ribadire che la misurazione debba essere eseguita da un operatore esperto, che sappia posizionare correttamente gli elettrodi, altrimenti i risultati potrebbero rivelarsi errati o inconsistenti.
Vantaggi e svantaggi della bioimpedenziometria
La tecnica della bioimpedenziometria è indiretta, attendibile e poco invasiva. Al contrario della plicometria, può essere impiegata anche nell’eliminazione di soggetti obesi, anziani o con tessuto adiposo sottocutaneo adeso al tessuto muscolare. Inoltre, oltre a fornire indicazioni sulla percentuale di massa grassa e massa magra, rileva lo stato di idratazione dell’organismo.
Di contro, la bioimpedenziometria sfrutta dispositivi molto costosi e richiede una manualità impeccabile, quindi è raro che si verifichino degli errori causati proprio dall’operatore. Tra l’altro, il risultato finale può essere alterato anche da altri fattori legati all’idratazione, alla temperatura ambientale e dall’attività fisica svolta nell’ultimo periodo.
Come prepararsi all’esame
La misurazione della composizione corporea non richiede alcuna preparazione specifica. Se ne è in possesso, il paziente è invitato a portare con sé la documentazione clinica precedente da presentare al nutrizionista prima di sottoporsi all’esame.
Non comporta alcun effetto collaterale, quindi il paziente può tornare alla sua vita subito dopo aver finito.
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