
Sindrome dell’ovaio policistico
Indice articolo
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS, derivante dall’inglese PolyCystic Ovary Syndrome) è altrimenti denominata Policistosi ovarica, Micropolicistosi ovarica o Sindrome di Stein-Leventhal (dai due autori che la descrissero per la prima volta nel 1935). È una patologia endocrino-metabolica che colpisce il 5-10% della popolazione mondiale femminile in età fertile, interessando soprattutto la razza bianca, e rappresenta il disordine ginecologico più comune fra le donne in età riproduttiva. Esordisce spesso nel periodo adolescenziale e l’espressione sintomatologica di questa sindrome è molto variabile.
I segni e i sintomi più comuni sono: anovularietà (talvolta cronica), che si manifesta con irregolarità mestruali, amenorrea ed infertilità, eccesso di ormoni androgeni, che determina acne, irsutismo e in alcuni casi alopecia androgenetica e insulino-resistenza che conduce ad obesità, ipercolesterolemia e diabete di tipo 2. La PCOS è un disturbo eterogeneo con eziologia incerta. Molti studi sottolineano l’importanza della genetica nel determinare la patologia. È documentata una familiarità nel 50% dei casi ma non è stato ancora dimostrato un esatto meccanismo di trasmissione familiare. Tuttavia, recenti studi mostrano la PCOS come una malattia complessa multi-sistemica, dove il problema principale è una disregolazione ormonale nell’ipotalamo, con il conseguente coinvolgimento di molti organi. Per definire la sindrome attualmente il criterio più utilizzato è stato proposto nel 2003 da un gruppo di ricercatori di Rotterdam.
Per porre diagnosi la paziente deve presentare almeno due dei tre sintomi seguenti: oligomenorrea o amenorrea con
novulazione, iperandrogenismo, cisti ovariche osservate mediante l’ecografia (con esclusione di altri disordini che possano causare cisti ovariche). È importante condurre una diagnostica differenziale per la CAH (iperplasia cortico surrenalica congenita), iperprolattinemia ed altri disfunzioni pituitarie/ipotalamiche e surrenali. Accertata la diagnosi di PCOS, la terapia deve tendere a rompere il circolo vizioso dell’anovularietà cronica. Si basa pertanto su correzione dello stile di vita mediante dieta e attività fisica. La conseguente perdita di peso e la riduzione della massa adiposa comportano un miglioramento dell’insulino-resistenza, una minor produzione periferica di androgeni e una minore trasformazione di questi ultimi in estrogeni. Spesso la sola attività fisica, associata ad adeguate misure dietetiche, stimola la crescita dei follicoli e il ripristino spontaneo dell’ovulazione; diminuzione della secrezione androgenica ovarica (terapia estro-progestinica, o in passato resezione ovarica cuneiforme), aumento della produzione di FSH (ad esempio terapia con clomifene), miglioramento del microambiente periovarico (miglioramento della condizione di insulino-resistenza per mezzo di terapia con metformina), supplementazione vitaminica con acido folico e inositolo come adiuvante in associazione a metformina.
Categoria articolo: Ginecologia
Categoria Articolo
Altri Articoli
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Articoli Simili
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo
Leggi articolo