
Allergie alimentari nei bambini: sintomi, diagnosi e prevenzione
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Le allergie alimentari: un fenomeno in rapida crescita
Negli ultimi dieci anni, le allergie alimentari nei bambini sono cresciute in modo preoccupante. Secondo i dati riportati da Sky TG24, in Italia si è registrato un aumento del 34% tra i pazienti pediatrici, e addirittura del 120% nei bambini sotto i tre anni. Numeri che raccontano una realtà in forte evoluzione e che preoccupano famiglie e medici, poiché il cibo, simbolo di nutrimento e convivialità, può trasformarsi in una fonte di rischio.
Oggi sempre più genitori si trovano ad affrontare episodi di orticaria, gonfiore o difficoltà respiratorie nei loro figli dopo l’assunzione di determinati alimenti. Spesso la prima reazione genera paura e incertezza, ma comprendere cosa accade e come agire è il primo passo per proteggere la salute dei più piccoli.
Che cosa accade nel corpo del bambino
L’allergia alimentare si verifica quando il sistema immunitario di un bambino riconosce una sostanza presente in un alimento — di solito una proteina — come pericolosa, anche se in realtà non lo è. È una sorta di “falso allarme”: il corpo produce anticorpi e sostanze infiammatorie che provocano reazioni immediate o ritardate.
Nei primi anni di vita, quando il sistema immunitario è ancora in formazione, questa risposta può essere più intensa. Non è raro che un bambino reagisca fin dai primi assaggi di latte vaccino, uovo o frutta secca, alimenti tra i più frequentemente coinvolti. In alcuni casi, l’allergia può manifestarsi in modo lieve, con arrossamenti o prurito; in altri, può provocare disturbi gastrointestinali o difficoltà respiratorie che richiedono un intervento medico urgente.
Le cause di un fenomeno moderno
Le ragioni di questo aumento non sono univoche. Gli esperti parlano di una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati agli stili di vita.
Un ruolo importante è giocato dal microbiota intestinale, l’insieme di batteri “buoni” che popolano l’intestino e che influenzano lo sviluppo del sistema immunitario. Antibiotici frequenti, alimentazione industriale e ridotta esposizione ai microbi ambientali possono alterare questo equilibrio, rendendo il corpo più reattivo agli allergeni.
Anche l’igiene eccessiva nelle società moderne sembra avere un impatto. Vivere in ambienti troppo “sterili” limita il contatto del bambino con microrganismi che, paradossalmente, aiuterebbero il sistema immunitario a maturare in modo corretto. A tutto ciò si aggiungono fattori ambientali, come l’inquinamento e il cambiamento delle abitudini alimentari, con una maggiore diffusione di alimenti processati e meno naturali.
Come riconoscere i sintomi
Le manifestazioni cliniche delle allergie alimentari possono essere molto diverse tra un bambino e l’altro. Alcuni reagiscono con sintomi cutanei — orticaria, prurito o gonfiore — subito dopo aver ingerito un alimento. Altri mostrano disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito o dolori addominali.
Nei casi più gravi, si possono verificare reazioni sistemiche come lo shock anafilattico, una condizione di emergenza che richiede l’immediata somministrazione di adrenalina.
La tempestività nel riconoscere i segnali è fondamentale: spesso il primo episodio avviene in età molto precoce, durante lo svezzamento o nei primi anni di scuola, quando il bambino inizia a mangiare fuori casa.
La diagnosi: il ruolo dello specialista
Quando si sospetta un’allergia alimentare, è importante non affidarsi all’autodiagnosi ma rivolgersi a un allergologo pediatrico. Attraverso una visita accurata e alcuni test specifici — come il prick test o l’analisi delle IgE specifiche nel sangue — lo specialista può identificare l’alimento responsabile e stabilire la gravità della reazione.
In alcuni casi, può essere necessario un test di provocazione orale in ambiente controllato, l’unico in grado di confermare con certezza la diagnosi. È un esame che richiede supervisione medica, ma fondamentale per evitare restrizioni alimentari inutili, che rischiano di compromettere la crescita del bambino.
Come si gestisce un’allergia alimentare
Una volta individuato l’allergene, il primo passo è l’eliminazione dell’alimento responsabile dalla dieta. Tuttavia, la gestione quotidiana non si limita a questo. È importante imparare a leggere con attenzione le etichette dei prodotti, prestare attenzione alla contaminazione incrociata e informare insegnanti, nonni e chiunque si prenda cura del bambino.
Per le forme più severe, il medico può prescrivere l’adrenalina auto-iniettabile, uno strumento salvavita da tenere sempre con sé. Parallelamente, un nutrizionista o un dietologo pediatrico può aiutare la famiglia a sostituire correttamente gli alimenti esclusi, evitando carenze nutrizionali.
Con il tempo, in alcuni casi, l’allergia può regredire spontaneamente: succede soprattutto per latte e uova, meno frequentemente per frutta secca o crostacei. Per questo il monitoraggio periodico è importante: consente di capire se e quando è possibile reintrodurre l’alimento in modo sicuro.
Prevenire si può
Negli ultimi anni la ricerca ha messo in discussione alcune vecchie convinzioni sulla prevenzione. Oggi sappiamo che introdurre precocemente, ma con cautela, gli alimenti potenzialmente allergizzanti durante lo svezzamento può ridurre il rischio di sviluppare allergie. Anche l’allattamento al seno prolungato e una dieta varia della madre durante la gravidanza sembrano avere un effetto protettivo.
Un altro fattore chiave è la diversità alimentare: abituare il bambino fin da piccolo a cibi freschi, poco lavorati e di origine naturale aiuta il sistema immunitario a sviluppare una tolleranza più equilibrata. In generale, un approccio sereno e consapevole all’alimentazione resta la migliore forma di prevenzione.
L’aspetto emotivo per le famiglie
Affrontare un’allergia alimentare non è mai semplice, né per i bambini né per i genitori. Le preoccupazioni legate ai pasti fuori casa, alle feste scolastiche o ai viaggi possono diventare fonte di ansia. Per questo è importante ricevere non solo assistenza medica, ma anche supporto educativo e psicologico, per imparare a convivere con la condizione senza rinunciare a una vita serena.
Conclusione
Le allergie alimentari rappresentano una delle sfide più complesse della pediatria moderna, ma con informazione, diagnosi precoce e una gestione attenta, è possibile proteggere la salute dei bambini e garantire loro una crescita equilibrata.
Presso MP Salute, i genitori possono contare su un team di specialisti in allergologia pediatrica e nutrizione infantile, in grado di offrire percorsi personalizzati per la diagnosi, la cura e la prevenzione delle allergie alimentari. La conoscenza e la serenità sono gli ingredienti fondamentali per trasformare una preoccupazione in un percorso di salute.
Categoria articolo: Allergologia
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